March 19, 2024
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I motociclisti folli

Kumbh Mela: questa parola per chi conosce un poco l’india, porta alla mente santoni e bagni nel Gange, Sadhu con un tridente in mano che si aggirano nudi, una folla intenta a pregare per ottenere la purificazione dai peccati o ricevere favori divini. Ebbene tutto questo c’è, non dimentichiamo però che è una festa , una fiera e come a tutte le fiere ci si può, ci si deve anche divertire. E allora cosa c’è di meglio di un colorato, folle, lunapark.

un giorno al lunapark  I motociclisti folli

Una moltitudine umana, variopinta, rumorosa, festante popola l’immenso spazio dedicato al lunapark del Kumbh Mela a Prayang. È dall’alba che passeggio sulle sponde del Gange ed ora, dopo una sosta pranzo, questa musica e questa festa è proprio quello che mi ci vuole.

Un giorno al lunapark

Ci sono le classiche attrazioni , che anche se non sono modernissime funzionano alla grande. Ma è lo spettacolo dei motociclisti ” folli ” che attira la mia attenzione. Ho un vogo ricordo di quando da bambino avevo assistito , sto parlando degli anni 70, ad uno spettacolo simile. Sotto un tendone dei motociclisti si rincorrevano in una sfera di metallo. Tute in pelle e caschi american style. Ricordo il rumore il fumo e quel senso di pericolo che aleggiava tutto intorno.

Quasi mezzo secolo dopo mi trovo in un altro continente e ritrovo uno spettacolo di motociclisti “folli”. Lo stesso rumore e lo stesso fumo, ma il senso del pericolo non lo percepisco, non lo percepisco io e tantomeno chi è in pericolo. Questi intrepidi funamboli delle due ruote ad ogni spettacolo sfidano la sorte. Sfrecciano impavidi su una struttura di ferro e legno che traballa come una torre durante un terremoto in Giappone. Corrono in due, in tre, senza mani, di traverso, su motociclette che sembrano recuperate dallo sfasciacarrozze. La velocità è folle, il rumore assordante, il rischio altissimo. Eroi senza casco e senza paura, rigorosamente in ciabatte infradito.

Un giorno al lunapark

I motociclisti folli  un giorno al lunapark

Lo spettacolo ha la sua Star, un ragazzetto in camicia bianca e dalla pelle scura. Un orecchino e una catena da rocchettaro lo fanno sembrare più un chitarrista che un folle motociclista temerario. Prima di ogni spettacolo lo presentano al pubblico. Lui orgoglioso sgasa con la sua moto e promette che le 20 rupie sono ben spese. Entrate signori entrate che lo spettacolo è da brividi. Il prossimo spettacolo inizia tra 10 minuti, entrate signori entrate. grida l’imbonitore con tutto il fiato che ha in gola, in un microfono che amplifica il richiamo. Ed è così che Vivek e i suoi compagni rischiano l’osso del collo ogni dieci minuti.

Il successo o l’insuccesso o meglio la tragedia non dipende dalla bravura o dalle infradito che potrebbero scivolare. Non dipende dal motore che potrebbe grippare improvvisamente e farti piombare rovinosamente al suolo da un’altezza di due piani. No il successo dipende da quanto e con quanta devozione hai pregato la mattina presto al Gange. E se poi dovesse succedere il dramma, l’insuccesso appunto vuol dire che era ineluttabile. Ogni sforzo per modificare il destino, casco, tuta in pelle e stivali di cuoio al posto delle infradito non serve a niente. Se capita o non capita è solo il volere di Dio. E allora Vivek salta in sella e dai gas al motore, facci sognare e stai tranquillo. Oggi è una giornata propizia e tutto andrà bene.

Un giorno al lunapark

Un giorno al lunapark
Vivek la Star , non ho potuto resistere ad un selfie, un coraggio e una bravura davvero invidiabile.
Un giorno al lunapark
Anche qui parlo di KUMBH MELA
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