Una mattina ad Arambol – birra e omelette
La mattina preso i negozi e i bar affacciati sulla strada che scivola verso la spiaggia sono ancora chiusi. Cerco un posto dove fare colazione. Uno dei pochi aperti espone con orgoglio l’insegna bakery, ordino un chai, è pessimo, banale e freddo. Mi pento di essermi fermato qui, mi pento di averlo ordinato, pago saluto e mi alzo, Ho voglia di un chai come si deve, un chai indiano. Goa non è il posto giusto, ne sono cosciente, a volte ci provo ugualmente e regolarmente resto decisamente deluso.
Arambol è una località vivace, sopratutto la sera, la mattina presto dorme. Dorme il sonno delle ore piccole, dei locali all’aperto pieni di bevitori, delle feste in spiaggia. Dorme al ritmo della vita notturna dei party e dei rave. Io che per abitudine mi sveglio sempre troppo presto ho il piacere di godermi la spiaggia quasi deserta. E’ quasi tutta per me e per i cani che vi abitano. Più tardi gli scooter arriveranno a sciami ronzanti, scaricheranno vacanzieri entusiasti in cerca di sole e mare. Parcheggeranno ovunque lasciando giusto il passaggio per un essere umano non troppo grasso.
Sono per natura un orso e questa quiete è il mio ambiente naturale. Questa atmosfera sospesa, in attesa che la frenesia del giorno abbia inizio mi affascina. Comincio a camminare verso sud, la spiaggia è una distesa dorata a perdita d’occhio. Le onde segnano il ritmo del mio cammino, creano un sottofondo ipnotico, dolce e primordiale.
Raramente incrocio un altro esemplare di umano mattiniero, gentilmente mi saluta con un cenno del capo, pigramente contraccambio e cammino, cammino , cammino. La spiaggia cambia spesso nome ma resta in realtà una lunga, ininterrotta striscia di sabbia. Si estende per più di 3km. Proseguendo verso sud si fa più selvatica, più naturale. Un gruppo di turisti indiani saluta il sole che nasce, ringrazia dio per avere il privilegio di vivere un’altra nuova e bella giornata. Mi siedo li osservo e mi perdo nel tempo.
Torno sui miei passi, ora la spiaggia si sta animando. Un piede dopo l’altro e sono di nuovo ad Arambol , tutti i bar e i negozi ora sono aperti, il ronzio degli scooter copre il rumore delle onde. La lunga camminata mattutina mi ha messo appetito. Il sole è alto e comincia a scottare le spalle. Ho fame e sete, scelgo, così a caso un bar tra tanti. Mi siedo, il locale è abbastanza affollato, sò che dovrò pazientare. Per abitudine e per passare il tempo sfoglio il menù. In realtà già ho le idee chiare, sò cosa ordinare.
Evito il chai non potrei sopportere un’altra delusione. Il cameriere arriva, Una birra e un’omelette, Grazie, il ragazzo si allontana con la mia ordinazione annotata su un pezzo di carta. Appoggio i piedi sulla sedia e distendo le gambe. Il sole filtra tra le tende e le foglie di palma, la mia ordinazione velocemente arriva l’omelette ha un bel aspetto e la è birra ghiacciata, sorrido e ringrazio il cameriere. Penso ai turisti indiani di questa mattina, Così prima di mangiare ringrazio dio per avere il privilegio di vivere un’altra nuova e bella giornata.
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