Gli aquiloni La mia camera è piccola. Davvero piccola, una cella da monaco tibetano, o da suora di clausura. È rossa e bianca , con decorazioni verdi sul soffitto. Una testa di Ganesh appesa al muro mi osserva sorridendo. Il letto occupa una parete, l’altra ha tre piccole mensole ricavate nel muro. Ho messo li le mie cose, per avere la sensazione di casa. Dietro una piccola porta, proporzionato alla stanza, un bagno minuscolo. Un secchio per la doccia, un lavandino e un wc stile indiano.
Il mondo in una stanza
È la numero 8 di 9 camere alla Shiva Guest House a Varanasi. Si trova nel cuore della città vecchia.Ha un balcone con una vista stupenda Dopo qualche giorno di permanenza ho un’abitudine. Quando viaggi da solo è importante avere abitudini, servono a dare il ritmo alle giornate. Ecco, tutte le sere, poco prima del tramonto, torno in camera. Faccio la doccia e preparo la branda. Do una banana alla scimmia che aspetta impaziente appesa alla grata della finestra e vado sul balcone.
E’ cosi piccolo, meno di un metro quadrato, che devo stare in piedi come una sentinella. Ma la vista, dio mio la vista. Sarà per il sole che comincia a nascondersi dietro i tetti piatti delle casa. Sarà che Varanasi la sera si anima o Il Gange che si colora di arancio. Oppure per Il cielo, che si dipinge di colori pastello. Non lo so perché , ma mi piace. Starei qui per ore lasciando al tempo il tempo di scorrere lento. Vi resto solitamente fino a che l’ aria comincia a farsi fresca e la fame mi spinge ad uscire per cena.
Adoro immaginare, da questa posizione privilegiata la vita che corre frenetica tra le viuzze della città vecchia. Ci sono stato tutto il giorno in mezzo alla vita. Ho scansato carretti, vacche,cani e vespe Piaggio in contromano. Ho mangiato pakoda e chapati all’angolo della via. Conosco ogni tombino scoperto e ogni buca. Ma quassù arrivano solo i suoni e con la fantasia li puoi abbinare a scene di vita. Questo gioco ha un suo fascino e mi diverte molto.
A quest’ora nel cielo di Varanasi volano centinaia di aquiloni. Alcuni in alto , talmente in alto che sono piccoli puntini, altri cercano di prendere quota sbucando dai vicoli della città. Volano a scatti come farfalle impazzite. Ed io resto lì così, in piedi, sul minuscolo balconcino, li guardo affascinato. Scelgo un aquilone, ne seguo il filo, un bambino sul tetto ne governa il volo come un pilota. Centinaia di aquiloni in cielo, centinaia di bambini sulla terra. legati da un filo sottile, quasi invisibile . come è invisibile la materia dei sogni.
Si è fatto buio, esco per strada. Percorro vicoli affollati, scansando carretti, vacche, cani e vespe Piaggio in contromano. Gli aquiloni non volano più , come creature crepuscolari hanno lasciato posto alla notte. Mi siedo su un muretto , ordino un masala dosa. Non mi abituerò mai al sapore del coriandolo, è troppo forte. Non mi abituerò mai alle emozioni che l’india mi regala, sono troppo forti.
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