April 19, 2024
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Do chai,due tè per due…Quattro Ne adoro il sapore speziato, quel sentore inconfondibile di zenzero mi fa impazzire. Quando sto in india il chai , il tè, è la mia bevanda preferita. Ne bevo in grande quantità. Dopo anni di esperienza riesco a riconoscere quando è fatto bene. Apprezzo quando lo zucchero è ben dosato e lo zenzero in giusta quantità. La temperatura è importantissima, deve essere bollente.

Nel mio girovagare quotidiano, mi fermo spesso a gustarmi un chai. Proprio mentre ero seduto , per una di queste pause, su un piccolo sgabello di plastica a Jaipur, ho conosciuto Abbas. Le conseguenze di questo incontro non le avrei certo potute nemmeno immaginare.

Solitamente si comincia con una conversazione informale. Si passa poi , dopo 7 minuti in media all’invito amichevole a visitare il negozio dello zio. Lo zio vende pashmine, saree, pietre preziose e mercanzia in genere. I procacciatori di clienti nelle città turistiche sono spietati. Per questo solitamente taglio corto non appena nominano il negozio dello zio. Ma andiamo per ordine.

Sono seduto con Abbas e beviamo un chai. Si è seduto accanto a me e con la scusa del where are you come from abbiamo iniziato a scambiare convenevoli. Sono passati ormai dieci minuti e del negozio non fa menzione. La conversazione è pertanto gradevole e interessante. Resto perplesso, mi aspetto la mossa strategica da un momento all’ altro. Abbas è un uomo sui 45 anni , non tanto alto, una pancia prominente gli gonfia il kurta bianco. Il volto è segnato dal tempo. Rughe profonde attraversano la fronte e quando ride si nota la mancanza di un molare e un canino. Ha baffi e barba , come usano gli uomini del Rajastan e un paio di occhialetti rotondi stile Gandhi.

Per una buona mezz’ora la conversazione continua piacevolmente , quando capirsi è difficile ci comprendiamo a gesti. Il ragazzo del chai ci porge la seconda tazzina bollente, tanto bollente che mi ustiona la mano. Anche Abbas sembra in difficoltà a gestire il calore eccessivo. Con movimento sincrono appoggiamo i bicchieri di cotto sul piccolo tavolino davanti a noi.

Pago i quattro chai e mi appresto a congedarmi dal mio piacevole ospite “ho una esposizione di antichità” . Ecco ci siamo , ora dovrò trovare una scusa per uscire da questa situazione. Non ho ancora formulato una frase credibile che , come se mi leggesse nel pensiero Abbas mi precede. ” Io non vendo niente , il mio è un museo”. Accidenti , in tanti anni questa non l’avevo mai sentita. Riuscire a portare un possibile cliente nel proprio shop con la scusa del museo, mi sembra una trovata geniale. Alla curiosità non resisto e a questo punto voglio giocare la partita fino in fondo. Accetto e lo seguo.

do chai , due tè
La caverna di alibaba

Entriamo in quella che ricorda la vera caverna di Alibaba. Statue in legno, in bronzo ,in ceramica. Dipinti su tela.su legno . stampe, orologi di tutti i tipi e molto altro ancora. ” Guardati intorno, con calma se vedi qualcosa che ti piace dimmelo “. Non vorrei apparire scortese, quindi gironzolo per gli scaffali impolverati. Torno da Abbas che mi attende con due bicchieri di whisky , quello con l’uomo col bastone sull’etichetta. Scoprirò poi che il mio nuovo amico è un discreto bevitore.

Un buon johnny walker non si rifiuta mai. Seduti su una pila di tappeti e il bicchiere in mano conversiamo e beviamo. Due giovani garzoni accovacciati, come solo gli indiani sanno accovacciarsi , sono intenti a lucidare statue di bronzo. Li osservo affascinato dalla loro abilità. “Hai visto qualcosa che ti piace” mi chiede Abbas.

Così sorpreso dalla domanda e per non essere scortese indico la prima cosa che vedo , un Hanuman in bronzo. ” Ritik , incarta la statua del dio scimmia , sarà felice di stare in una nuova casa in italia”. Resto spiazzato , ecco mi sono fatto incastrare , penso veloce per trovare una scappatoia plausibile. I soldi , perfetto prendo la scusa di non avere soldi con me . ” Sorry Abbas i dont’ Have money”.

Ride , ride di gusto e senza i denti è davvero simpatico. Rido anch’io , forse per colpa del whisky , ridono anche i garzoni che non hanno bevuto , e non capiscono una parola d’inglese, ridiamo tutti. Abbas si fa serio, mi appoggia una mano sulla spalla ” i soldi non sono tutto nella vita, non ti preoccupare , immaginavo che fossi ormai al verde, mi hai appena offerto due chai ” . Ridiamo di nuovo come due vecchi amici. .

do chai due tè hanuman

Hanuman ora abita felicemente a casa mia. Ha un posto d’onore in salotto. Ogni volta che lo vedo mi ricorda un sorriso sdentato. Mi ricorda una lezione di vita appresa in India. Mi ricorda un amico conosciuto anni fa

PS: Ho cambiato solo nome ai personaggi di questa storia. tutto il resto è realmente accaduto.

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