Shantaram
Gregory David Roberts
Un libro intenso, carico di emozioni, che accompagna il lettore lungo il tortuoso cammino del protagonista, tra cadute dolorose e rinascite sorprendenti.
Nonostante le sue 1177 pagine — un vero e proprio “mattone” — la lettura scorre sorprendentemente bene. Lo stile narrativo è avvincente, mai noioso, e la trama è punteggiata da numerosi colpi di scena che mantengono alta l’attenzione.
Tuttavia, in alcuni momenti, proprio l’eccesso di eventi straordinari rischia di compromettere la credibilità della storia. A mio avviso, lo scrittore dà il meglio di sé nei primi due terzi del libro: la scrittura è brillante, coinvolgente, piena di intensità emotiva e profondità. È lì che il romanzo raggiunge vette davvero memorabili.
L’ultima parte, invece, perde un po’ di slancio: diventa più lenta, leggermente ridondante e meno coinvolgente, quasi come se l’autore avesse faticato a chiudere un’opera tanto ambiziosa.
Nonostante questo, resta un’opera straordinaria, capace di lasciare un segno. Un viaggio narrativo che vale la pena intraprendere.